Quando i tappeti diventano delle opere d’arte

2022-10-16 02:59:50 By : Ms. Alisa Xiong

Un golfino, una t-shirt, un paio di jeans e un completo intimo sono sparsi sul pavimento. E no, non è il caos lasciato da qualcuno che si è spogliato di ritorno a casa, ma una nuova collezione di tappeti lanciata durante la scorsa settimana della moda milanese da cc-tapis e P.A.M. (acronimo di Perks And Mini), marchio australiano che sarebbe riduttivo definire di streetwear, dal momento che la sua influenza abbraccia editoria, musica, nightlife, arte, cibo. 

Appositamente creata per il canale e-commerce, Floordrobe – questo il nome della collezione – abbatte i confini tra moda e arredamento: cc-tapis, l’azienda milanese fondata da Fabrizio Cantoni e Nelcya Chamszadeh (con l’art direction di Daniele Lora) e specializzata in tappeti contemporanei orgogliosamente made in Nepal, mette a disposizione il suo know-how e realizza cinque pezzi che riproducono l’estetica di P.A.M. in formato XXL. Non è la prima volta che cc-tapis intraprende una collaborazione e, per la verità, neppure il tappeto è nuovo a questo tipo di sperimentazioni. La sua storia è quella di un oggetto che intreccia estetica e funzionalità per farsi veicolo di narrazione. 

Alla fine dell’800, per esempio, il movimento inglese Arts and Crafts, fondato da William Morris, coinvolge alcuni artisti nella creazione di arazzi. I temi sono quelli della storia dell’Inghilterra, ma lo stile segue il moderno linguaggio Liberty. E ancora: nel 1920, all’interno della scuola del Bauhaus, in Germania, viene aperto un laboratorio di tessitura frequentato soprattutto dalle allieve donne. Tra loro c’è Anni Albers, la designer che con il suo telaio ha creato delle vere e proprie opere d’arte.

Attraverso l’impegno di questi autori, tappeti e arazzi raggiungono espressione stilistica autonoma e arrivano ai giorni nostri. In ambito italiano, MITA (acronimo di Manifattura Italiana Tappeti Artistici) è stata la rinomata manifattura tessile che ha saputo unire tradizione artigianale e nuove tecnologie. Fondata a Genova nel 1926, l’azienda ha collaborato con alcuni tra i maggiori artisti e designer dell’epoca, come Fortunato Depero, Arnaldo e Giò Pomodoro, Gio Ponti, Ettore Sottsass. La ricchezza e complessità dell’Italian style è oggi parte della collezione permanente della Galleria Moshe Tabibnia, che nel 2022 ha celebrato 40 anni e realizzato un allestimento volto a presentare le sue più recenti acquisizioni, ovvero opere tessili del ’900 di autori  come Sonia Delaunay e Märta Måås-Fjetterström, ma anche Afro, Giacomo Balla e Piero Dorazio. 

Punto di riferimento internazionale per l’arte tessile antica (con una collezione di più di 3.000 esemplari provenienti da epoche e aree geografiche disparate), la galleria, situata in via Brera a Milano, si compone, oltre che di uno spazio espositivo, anche di un centro studi, una biblioteca specializzata e un laboratorio di analisi, restauro e conservazione tessile.

In tema di anniversari, l’azienda tedesca The Rug Company ha invece festeggiato 25 anni di attività avviando una collaborazione con la Sarabande Foundation, l’ente benefico istituito da Alexander McQueen per promuovere la creatività e supportare una nuova generazione di artisti e designer sparsi in tutto il mondo. Lavorando a fianco di cinque autori provenienti da aree disciplinari diverse – Stephen Doherty, Shinta Nakajima, Castro Smith, Mircea Teleaga e Michaela Yearwood-Dan – ne è nata una collezione di tappeti che traspone la visione di ognuno su supporti di seta e lana tibetana.

Tra i creativi che hanno elevato ad arte tessile la propria individualità c’è anche Vanessa Barragão, originaria del sud del Portogallo. Dopo aver studiato Fashion Design a Lisbona e lavorato in una fabbrica di tappeti artigianali a Porto, Barragão ha scelto di tornare ad Albufeira, la città in cui è nata e cresciuta. Qui ha aperto il suo atelier, dove arazzi e tappeti prendono vita da lane di scarto provenienti da aziende locali. Le tecniche utilizzate sono quelle tradizionali dell’uncinetto, del feltro ad ago, del ricamo, del macramè. Con un sogno e un’ispirazione: salvaguardare le barriere coralline viste nel Mar dei Caraibi durante ripetuti viaggi con la famiglia. «Credo fermamente che riutilizzando e preservando metodi di produzione artigianali si possano creare prodotti più sostenibili. È questa la premessa del mio lavoro», afferma.

Di memoria, ma anche di futuro, parla il linguaggio visivo dell’artista e graphic designer finlandese (ma di casa ad Amsterdam) Kustaa Saksi, che con i suoi arazzi dà corpo a mondi onirici e stati allucinatori. Saksi ha raccontato che dall’età di sette anni soffre di emicrania con aura, un mal di testa preceduto da disturbi visivi (e non solo) di vario tipo. Queste visioni costituiscono una delle sue principali fonti di ispirazione, insieme a illustrazioni zoologiche e botaniche, forme geometriche, immagini psichedeliche e molto altro. Tra i protagonisti di Doppia Firma 2022 – progetto che unisce design e artigianato promosso tra gli altri da Michelangelo Foundation e Fondazione Cologni –, Saksi utilizza la tradizionale tecnica di tessitura jacquard per combinare fibre naturali come mohair, alpaca, cotone e lana con gomma, metallo, acrilico e filati fosforescenti. «Action painting con trama e ordito» è la descrizione che dà della sua pratica.

Infine, Maja Michaelsdotter Eriksson, designer di origini svedesi specializzata nel tufting, una tecnica semi-industriale per la realizzazione di tappeti. Il suo lavoro prende a prestito oggetti del quotidiano – un uovo al tegamino, un gelato, una pillola –, ma riportandoli fuori scala, a creare un effetto comico e straniante. In mostra fino al 5 febbraio 2023 al Textilmuseet di Borås, nella Svezia meridionale, con la personale Everything, Michaelsdotter Eriksson fa parte di Adorno, piattaforma online dedicata agli amanti del design da collezione (il suo Egg Rug è stato uno dei pezzi più venduti lo scorso anno), e dal 2019 anche del progetto di design al femminile Misschiefs fondato da Paola Bjäringer. L’attenzione che le sue opere hanno ricevuto negli ultimi anni è indice di un ambito molto prolifico com’è quello di tappeti e arazzi. Con tecniche che nei secoli sono rimaste immutate, certo, ma con risultati capaci di ampliare il linguaggio della progettazione.

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