MuseoCity inTOUR: gli indirizzi da prenotare secondo Elle Decor

2022-10-16 02:59:13 By : Ms. Phoebe Pang

Musei d'impresa, archivi di grandi stilisti e atelier d'artista aprono le porte al pubblico in occasione di MuseoCity inTOUR. Ecco la nostra selezione di indirizzi da prenotare

Spazi e luoghi legati al mondo del design, della moda e dell'arte, atelier, archivi d'artista e musei di impresa, incluse sedi solitamente chiuse al pubblico, aprono in via speciale le loro porte alle visite e a un vasto programma di attività. Dal 21 al 23 ottobre si rinnova l'appuntamento con inTOUR, ideato dall’associazione MuseoCity: un invito a conoscere e scoprire o (ri)scoprire i patrimoni creativi e culturali connessi all'ambito del progetto e del Made in Italy ma anche della scena artistica, a volte poco conosciuti, disseminati nei capoluoghi e in varie località della Lombardia, grazie alle iniziative organizzate in collaborazione con Circuito Lombardo Musei Design e Museimpresa. È l'occasione per praticare un turismo di prossimità che unisce i valori del territorio; da istituzioni e fondazioni, che sono testimoni e collettori della storia del design, ad archivi d'artista e della moda, trama del tessuto culturale del territorio oltre che depositari di saperi unici e di vicende storiche e artistiche, fino ai musei e archivi d'impresa, custodi della storia produttiva e imprenditoriale del nostro Paese. Non solo, nell'opening di tre giorni quei luoghi si animano grazie a iniziative speciali, quali mostre, rassegne cinematografiche, laboratori, visite guidate e performance musicali. Alla sua seconda edizione, inTOUR propone tredici itinerari tematici costruiti intorno alle 49 istituzioni coinvolte quest'anno, tra Milano e il territorio lombardo, da percorrere a piedi, in bicicletta o utilizzando i mezzi pubblici, anche se, ovviamente, ognuno è libero di costruirsi il proprio tour su 'misura'. A Milano, "Forme delle creatività" è un itinerario che lega cinque luoghi dedicati alle diverse espressioni creative, dal design alla pittura, dalla pubblicità all’arte dell’incisione, mentre "Moda e Arte" è un percorso che rivela le contaminazioni tra il mondo della moda e l'arte, considerando centri di ricerca, archivi e atelier, musei e spazi espositivi. "Incontri con donne straordinarie" è un circuito che riporta l'attenzione su artiste spesso dimenticate, e ancora "Leonardo da Vinci" unisce alcune delle più importanti istituzioni milanesi nel fil rouge del grande genio toscano. Sempre a Milano, InTOUR propone "Che spettacolo!", articolato tra musei e teatri, collezioni e atelier artigianali, che è pensato per gli amanti delle arti dello spettacolo oltre a "Porta Romana", una passeggiata alla scoperta di storie d’impresa, pittori e scultori di inizio ‘900, nascosti tra i palazzi storici e gli atelier d’artista. L'itinerario "Scultura", tra Milano e Varese, mette in connessione fondazioni e luoghi in cui l'arte della scultura è protagonista; "Design Wanted", invece, è un lungo filo di 'perle' del design italiano, rappresentate dalle principali istituzioni, musei d'impresa, atelier e dislocate a Milano o in altri comuni lombardi. L'itinerario "Tecnica e Tecnologia", costruito in 5 tappe, conduce nel territorio pavese per conoscere l’evoluzione tecnica e l’innovazione tecnologica, tra prodotti di design e di largo consumo. "Archivi del Contemporaneo" è il percorso ricco di storia, arte e cultura tra archivi contemporanei, collezionisti eclettici, scultori e spazi abitualmente chiusi al pubblico, che si sviluppa tra Varese e provincia. InTOUR dedica anche un percorso, nel bresciano, alla scoperta delle ricchezze artistiche e produttive di un particolare 'terroir', con "Franciacorta e Lago d’Iseo". "Bergamo" apre nel capoluogo lombardo le porte di sedi non sempre accessibili, dedicati al collezionismo, all'arte, al design e alla produzione industriale, mentre l'itinerario "Lago di Como"invita a esplorare luoghi forse inediti, per nuovi punti di vista che spaziano dall’architettura al design nautico.

Ecco una selezione di 12 istituzioni e luoghi di InTOUR, legati al mondo del design e della moda, e più in generale del progetto.

La sua collezione permanente è costituita dai progetti appartenenti alla Collezione storica del premio Compasso d’Oro, che dal 1954 riconosce e dà valore alla qualità del design made in Italy. ADI Design Museum, testimone del patrimonio culturale e della storia del design, non poteva che essere il set ideale per la maratona cinematografica "Le icone del design al cinema. Italia 1960-1990", curata da Silvia Robertazzi e Porzia Bergamasco e nata da un'idea di Emilio Neri Tremolada, in programma nei tre giorni di inTOUR . La rassegna, concepita all'interno del contenitore Milano Design Stories di Hearst Italia, invita a scoprire il disegno industriale degli anni 60, 70, 80 e 90 sul grande schermo, grazie alla proiezione di lunghi e cortometraggi, brevi videoclip e fiction che ripercorrono la timeline dei quattro decenni. Un 'viaggio' nella storia recente del design raccontata attraverso gli arredi e gli oggetti più significativi e iconici, dalla voce stessa dei protagonisti del mondo del progetto per richiamare quelli che sono stati gli stili di vita, le atmosfere e i costumi sociali di quegli anni, della seconda metà del Novecento, così rivoluzionari e vibranti, esplosivi e contraddittori. I documentari, realizzati da professionisti dell’audiovisivo, partono idealmente dalle sperimentazioni di Marcello Piccardo e Bruno Munari, a cui seguono i lavori firmati dallo stesso Emilio Neri Tremolada, da Francesco Clerici, Carlo Lavatori, Francesca Molteni, Max Rommel, Valeria Parisi, solo per citarne alcuni.

Per partecipare prenotare QUI tramite il circuito Evenbrite.

Un'altra perla di cultura del design. Il Museo Kartell ha sede nello stabilimento dell'azienda a Noviglio, vicino a Milano, quartier generale Kartell dal 1967. Il complesso, progetto di Anna Castelli Ferrieri e Ignazio Gardella, è oggi considerato uno degli esempi più interessanti di architettura industriale in Lombardia. Il Museo nasce nel 1999 per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’azienda su iniziativa del suo presidente, Claudio Luti. Con l'idea, condivisa dai principali musei di impresa (Kartell risulta il migliore nel 2000 ottenendo il Premio Guggenheim Impresa & Cultura) di custodire e valorizzare il patrimonio culturale e di idee, materiale e immateriale del marchio. Il progetto espositivo si articola in una mostra permanente che racconta la storia progettuale di Kartell attraverso i suoi prodotti più interessanti, editi dalla fondazione dell'azienda, nel 1949, a oggi. Sono presenti oltre 8.000 oggetti, molti divenute icone del nostro quotidiano, 5.000 disegni e 15.000 fotografie che documentano l'evoluzione di Kartell e della sua produzione, approfondendo il tema dei materiali plastici che l'hanno resa l'azienda simbolo del design applicato ai polimeri, delle sperimentazioni in materia - le prime risalgono al 1994 - e delle tecnologie produttive adottate, oltre alle strategie di comunicazione e distribuzione impiegate. In occasione di inTOUR è prevista una visita guidata, "Sedersi Kartell", dedicata all’evoluzione della sedia nel design Kartell, dagli anni ’60 fino a oggi.

Usiamo tutti i giorni la tecnologia e ne parliamo abitualmente. Perché allora non approfondire la materia e occuparsi anche della storia della tecnologia? L'occasione è la visita al Ctrl+Alt Museum, dedicato al retrocomputing e all’informatica funzionante, ospitato in un edificio storico di Pavia, l'ex cotonificio Dionigi Ghisio attivo fino agli anni '70, dove si producevano bende e materiale per le medicazioni da vendere esclusivamente all'esercito. Le atmosfere industriali dei grandi spazi, caratterizzati da soffitti molto alti e finestrature ampie e lunghe, definiscono, in una parte del complesso, il nuovo contesto espositivo di circa 600 metri quadrati. La verticalità è resa funzionale dai soppalchi che sfruttano pienamente lo spazio e sono in sintonia con lo stile urban, da loft industriale, dell'ambiente. La collezione del museo che comprende oltre 2000 pezzi, tra computer digitali, macchine calcolatrici, periferiche, programmi, documenti storici, disegni tecnici, fotografie, è stata creata per iniziativa di comPVter, un'associazione culturale che dal 2008 si impegna a raccogliere e conservare le pietre miliari della storia dell'informatica e della tecnologia. L'intento è di promuovere e diffondere la cultura della storia della tecnologia, rivolgendo particolare attenzione alle innovazioni emergenti. La visita allo spazio riserva sorprese da 'effetto wow', tra passaggi segreti e il percorso completamente automatizzato.

A loro si deve la realizzazione degli arredi per i più grandi brand del design Made in Italy, di mobili e complementi su misura ma anche di prototipi per architetti e designer italiani e internazionali, tra gli altri Alessandro Mendini, Achille Castiglioni, Cini Boeri, Zanuso Junior, Mario Botta, Ettore Sottsass, Aldo Cibic, Peter Shire, Michele De Lucchi, Anna Gili e Dimore Studio oltre che per marchi di alta moda. Non solo, Atelier ZAV è l'unico autorizzato a riprodurre i mobili del collettivo Memphis ma sviluppa anche proprie linee di prodotto, combinando innovazione, sperimentazione e ricerca di tecniche e materiali alla tradizione artigianale e alla cura del dettaglio. Fondato da Giacomo Arzuffi negli anni '80, l'atelier a conduzione familiare, ha conquistato un posto di primo piano nell'ambito del 'saper fare' italiano. Il laboratorio, dove gli strumenti per le lavorazioni dei legni si accompagno alle macchine di ultima generazione per la produzione di oggetti di design, anche su disegno del committente, si propone come una combinazione perfetta di tradizione e modernità, artigianalità e tendenza, rigore e comfort. Durante il weekend di inTOUR, per la prima volta Atelier ZAV apre le sue porte al pubblico, rivelando anche alcuni pezzi, mobili, oggetti e tessuti, del cosiddetto 'Design trasgressivo, progettato nel 2001 da Studio Salvati rielaborando dei disegni dei bambini tramite il frottage poetico cromatico di Alberto Salvati.

Prodotti, prototipi , storie e immagini per raccontare una storia d'impresa. È il Molteni Museum che, in una narrazione tra passato e futuro, rivela la storia e i valori identitari dell'azienda, le persone, le relazioni e il lavoro che hanno dato vita agli arredi di design del Gruppo Molteni, delineando il profilo di una delle grandi protagoniste dell'industria italiana. Con sede nell'headquarter di Giussano, il museo nasce nel 2015, in occasione degli 80 anni del brand, con l'intento di celebrare la storia, l'innovazione e la ricerca sviluppata nel corso degli anni, contribuendo alla diffusione della cultura del design. È il 1934, infatti, quando Angelo e Giuseppina Molteni fondano l'azienda che cresce a partire dagli anni Cinquanta grazie alla collaborazione di importanti architetti e designer italiani e internazionali, quali Luca Meda, Afra e Tobia Scarpa, Aldo Rossi, Werner Blaser, Richard Sapper, Foster + Partners, Jean Nouvel, Álvaro Siza, Pierluigi Cerri, Michele De Lucchi, Hannes Wettstein, Rodolfo Dordoni, Dante Bonuccelli, Patricia Urquiola, Ron Gilad, Ferruccio Laviani, Michael Anastassiades e Vincent Van Duysen. Fino alla riedizione di una collezione di arredi disegnati da Gio Ponti tra il 1935 e il 1970, nucleo della Heritage Collection. Quindi, nel 2021, il Molteni Museum, riprogettato completamente da Ron Gilad, è trasferito nello spazio espositivo Glass Cube, all'interno del parco del Molteni Compound, per accogliere la collezione permanente di oltre 50 prodotti e prototipi originali delle aziende del Gruppo, Molteni&C, Dada UniFor e Citterio, oltre a un’area dedicata ai progetti espositivi. Accanto ai grandi pezzi di design, espressione dei vari decenni, il museo ospita una collezione di arte contemporanea, supportando, in particolare, i giovani artisti.

L'emozione che si prova a entrare in un cantiere navale è indescrivibile, figurarsi poi se è quello di Sarnico, sulle acque del Lago d'Iseo, dove si costruiscono imbarcazioni 'leggendarie', i motoscafi Riva, simbolo di classe ed estrema eleganza del design nautico Made in Italy. La storia incomincia nel 1842, con Pietro Riva, maestro d'ascia, e dai primi scafi in legno approda agli yacht attuali. Proprio all'interno del cantiere si trova la galleria storica che riunisce i modelli più emblematici seguendo il filo del tempo. Si passa dai motoscafi da corsa prodotti nella prima metà del Novecento da Serafino Riva, a quelli da diporto in mogano, realizzati nel secondo Novecento dal figlio Carlo, che hanno cambiato per sempre la storia della nautica, contribuendo ad alimentare il mito, fino alla bellezza magnetica dei nuovi modelli Riva che sembrano creazioni del futuro, ma che esprimo le stesse caratteristiche di maestria artigianale proprie del cantiere Riva, dal 2000 acquisito da Ferretti Group. Le proiezioni video, visibili in galleria, trasportano nel mondo cinematografico, per rivivere le scene dei film che hanno visto protagoniste le barche Riva, da "Mambo" del 1954 fino a "Tenet" del 2020, passando, tra gli altri, attraverso la saga indimenticabile di 007. ll gran finale è la visita alla 'Plancia', l’ufficio per molti anni di Carlo Riva, capolavoro ardito di architettura e di design, sospeso sul lago come la prua di una nave. Il cantiere e l'ufficio sono tutelati dalla Sovrintendenza ai Beni Ambientali.

Prenotazione visita a questo link

Quando leggenda e futuro si incontrano. Succede al Museo storico Alfa Romeo, dove si riannodano i fili della storia leggendaria del marchio automobilistico italiano. L'allestimento "La macchina del tempo - Museo storico Alfa Romeo", che riprende i valori della 'casa del biscione, accoglie i pezzi più significativi della collezione storica. Sono 69 i modelli esposti che raccontano l'evoluzione di Alfa Romeo e del suo percorso industriale, ma anche della storia dell’automobile stessa. Dalla prima vettura A.L.F.A., la 24 HP del 1910, alle leggendarie vincitrici delle Mille Miglia come la 6C 1750 Gran Sport di Tazio Nuvolari, fino alla mitica Alfetta 159, che nel 1950 ha vinto il primo titolo di Formula 1 della storia. Le tre sezioni del layout corrispondono ai valori nel DNA Alfa Romeo: 'Timeline' ovvero la presenza Alfa Romeo nell'avvicendarsi delle varie epoche, rappresentativa della storia industriale, la 'Bellezza' sintesi delle forme e dello stile unico e immortale delle auto del marchio progettate dai più grandi designer e costruttori , la 'Velocità' corrispondente al cuore sportivo, al racconto sulla piste. La sala cinema è dedicata alla proiezione 4D di filmati relativi ai successi Alfa Romeo entrati nella storia automobilistica.

Un'immersione nella grande moda e nelle competenze che l'hanno resa unica, in un percorso proiettato verso il futuro. Giorgio Armani ha aperto Armani/Silos nel 2015 per celebrare i suoi 40 anni di carriera. Lo spazio espositivo è situato all'interno di un edificio, costruito nel 1950, dove un tempo c'era un deposito di una grande multinazionale. Da qui la scelta del nome, come spiega lo stesso Armani: “ho scelto di chiamarlo silos perché lì venivano conservate le granaglie, materiale per vivere. E così, come il cibo, anche il vestire serve per vivere”. L'esito dell'intervento di ristrutturazione, nel segno ella semplicità ed essenzialità insieme all'utilizzo di forme geometriche regolari, è un'architettura sobria e monumentale, che rispecchia la filosofia estetica del grande stilista. Lo spazio interno, che si sviluppa per 4.500 quadrati su quattro livelli, è dedicato principalmente alla funzione espositiva, con progetti anche temporanei, ma include anche un archivio digitale. In particolare la mostra permanente, che occupa tre piani, si articola secondo tre percorsi narrativi, sintesi del pensiero e dello stile di Armani, che ripercorrono oltre 40 anni di lavoro creativo dello stilista, dal 1980 a oggi, attraverso una selezione di circa 400 abiti e 200 accessori. Molto interessante si rivela anche l’archivio digitale, all'ultimo piano, che raccoglie schizzi, disegni tecnici, video e materiale relativo alle collezioni prêt-à-porter e di alta moda che può essere consultabile agevolmente dal pubblico. In occasione di inTOUR, è possibile visitare la collezione permanente e la mostra temporanea fotografica in collaborazione con Magnum Photos, attualmente in corso.

Prenotazione obbligatoria tramite call center Armani/Silos: tel. 02 91630010

Alla base della Fondazione Arnaldo Pomodoro, costituita dallo 'scultore del bronzo', nel 1995, con l'obiettivo di conservare e valorizzare la sua opera, c'è un’idea visionaria: creare uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di ricerca e confronto sui temi delle avanguardie contemporanee fino alle più recenti prospettive, considerando un coinvolgimento delle persone e della società.

Nella tre giorni di inTOUR, la Fondazione Arnaldo Pomodoro concentra nei suoi grandi spazi espositivi diverse possibilità di visita e laboratori speciali. Due le mostre in corso: "L'inizio del tempo. Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro", parte del ciclo di Open Studio che propone un allestimento temporaneo, negli ambienti dello Studio di Arnaldo Pomodoro, dedicato ad approfondire temi e periodi poco conosciuti della ricerca dell’artista, mostrando opere, documenti e materiali d’archivio originali; l''altra mostra "Vibeke Mascini. Rendezvous" è il secondo appuntamento del ciclo Project Room che punta l'attenzione su scultori under 40. La Fondazione, infatti, opera secondo la volontà di Arnaldo Pomodoro, di creare una 'Casa della Scultura: un luogo aperto alla rilettura dell'arte del Novecento e alla creatività dei giovani artisti, uno spazio collettivo di esperienza viva per tutti coloro che amano l’arte. Nel 2007 la Fondazione crea la sezione didattica proponendo progetti per approfondire la conoscenza dell'arte contemporanea. Si inseriscono in questo ambito i workshop strutturati secondo il Metodo Bruno Munari® che è possibile frequentare nel corso di inTOUR.

L'esperienza da vivere: conoscere quello che è stato il pensiero e il processo creativo di Gianfranco Ferré, il suo stile, le sue creazioni, ma anche scoprire la sua personalità e i suoi mondi. InTOUR apre le porte anche del Centro di Ricerca Gianfranco Ferré - Politecnico di Milano per una vista all'archivio storico, custode degli schizzi, bozzetti, disegni tecnici originali realizzati dal grande stilista oltre che di una selezione di abiti e gioielli, degli oggetti da lui disegnati o delle sue collezioni frutto dei viaggi intrapresi da Ferré, insieme a foto, video, libri, riviste di settore, scritti e appunti originali. A dicembre 2021, la donazione da parte della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della Fondazione Gianfranco Ferré hanno permesso che il Politecnico costituisse il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, Innovazione Digitale per le Industrie Creative e Culturali.

L'occasione è imperdibile, l'apertura della nuova sede dell'Archivio Missoni, che da quest'anno è dislocata vicino all’azienda storica, nelle colline delle prealpi lombarde, con vista sul Monte Rosa. La casa di moda Missoni nasce nel 1953, anno che segna l'inizio della liaison professionale dei coniugi Ottavio Missoni e Rosita Jelmini, ma è dal 1978 che prende vita l'archivio. Custode dell'heritage del marchio, caratterizzato da un linguaggio espressivo, cromatico e da uno stile unici e assolutamente riconoscibili, l'archivio storico, da collettore e testimone del lavoro e delle creazioni Missoni, evolve nel tempo fino a divenire uno strumento di ricerca e comunicazione aziendale. Allo stesso tempo, i suoi contenuti culturali e creativi sono conservati e valorizzati tramite la Fondazione Ottavio e Rosita Missoni. Oggi “l'Archivio Missoni non documenta solo immagini di sfilate o Pubblicità, non è solo il deposito degli articoli prodotti negli anni dalla Maison, ma è soprattutto uno strumento mediante il quale si realizzano progetti artistici per eventi di comunicazione che possono essere visibili con strumenti e piattaforme attuali”, spiega il suo direttore artistico Luca Missoni. Durante il weekend di inTOUR sarà proprio lui a condurre la visita guidata all'archivio.

Entrare nell'archivio atelier di Pharaildis Van den Broeck significa ripercorrere alcune delle tappe più significative della sua carriera di fashion designer e conoscere la sua attività di artista. All'interno dello spazio milanese, l'atelier di Van den Broeck dal 2008 fino alla sua scomparsa nel 2014, sono custoditi, infatti, alcuni materiali relativi al suo lavoro di stilista e quasi la totalità delle opere e dei materiali pittorici prodotti dall'artista italo-belga. Nell'ambito della moda, dopo gli studi ad Anversa Van Den Broeck si trasferisce in Italia, dove entra nell'ufficio stile di Gianni Versace, prima designer belga a collaborare con un grande stilista italiano, aprendo la strada a Martin Margiela e ai Sei di Anversa, suoi colleghi al dipartimento di moda dell’Accademia, che finiscono per approdare professionalmente nelle grandi capitali europee della moda come Parigi e Londra. Dopo Versace, Pharaildis Van den Broeck lavora con Trussardi e Missoni, come testimoniano i disegni e i bozzetti, oltre ai fascicoli e ai cataloghi di varie collezioni presenti nell'archivio milanese. Lo spazio accoglie anche project room con artisti contemporanei internazionali, attualmente si può visitare la Project Room #7 dell’artista e illustratrice Valeria Petrone.

Il programma completo delle visite e degli eventi è su www.museocity.it