160 anni di Opel, che grande avventura - alVolante.it

2022-10-10 17:18:19 By : Mr. Kent Wong

160 CANDELINE - Kadett, Astra, Corsa, Vectra. Si fa molto presto, oggi, a dire Opel, perché tanti sono i modelli nati sotto il segno del fulmine radicati nell’immaginario collettivo di intere generazioni di automobilisti. Nel mese dei festeggiamenti per il 160° anniversario della casa di Rüsselsheim, però, vale la pena risalire alle radici più profonde di un’azienda le cui automobili, oggi, sono conosciute in tutto il mondo.

DALLE MACCHINE DA CUCIRE ALLE BICICLETTE - Riportando le lancette dell’orologio al settembre del 1862 non è difficile immaginare la fotografia di una piccola cittadina tedesca come Rüsselsheim: l’automobile è un oggetto di là da venire, le persone si spostano a piedi, quelle più fortunate a bordo di carri trainati da cavalli. Di biciclette, neanche a parlarne: e pensare che quando, all’età di 25 anni, Adam Opel fonda l’azienda che porta il suo nome, dopo aver ottenuto corposi successi nel settore tessile comincia a farsi un nome proprio nell’industria ciclistica.

SÌ, VIAGGIARE… - Le storie delle case automobilistiche sono spesso affascinanti e mai banali. Non fa eccezione quella della Opel, la cui avventura è partita per uno strano incrocio del destino. Figlio maggiore di Philipp Wilhelm Opel, un esperto fabbro, da copione familiare Adam avrebbe dovuto seguire le orme paterne, ma l’amore per i grandi viaggi e le scoperte era assai più grande delle sue velleità di artigiano del ferro. Liegi, Bruxelles, Londra, infine Parigi, la meta che aveva sempre desiderato raggiungere. Dopo un lungo peregrinare per l’Europa, nella piccola Rüsselsheim, che all’epoca conta più o meno 2.000 abitanti, torna un ragazzo molto cambiato e soprattutto deciso più che mai a coltivare i suoi sogni, nonostante il padre non faccia i salti di gioia quando il suo primogenito allestisce in casa una piccola officina tessile.

1968: IL PRIMO MOTORE A VAPORE - Per mettere insieme i pezzi della prima macchina da cucire occorrono interi mesi. Ma è un piccolo capolavoro: Hummel, un sarto di Rüsselsheim, la compra e la utilizzerà regolarmente per ben quarant’anni. Con il prosperare dell’attività, che nel frattempo per esigenze di spazio si era trasferita in una stalla di proprietà di uno zio di Adam, l’azienda si ingrandisce. Opel assume il suo primo dipendente; di procurare acciaio, navette, aghi, ma anche macchine per cucire già assemblate da rivendere in Germania, si occupa il fratello Georg, che le fa arrivare da Parigi. Un anno spartiacque è il 1868. In una nuova fabbrica su due piani, all’interno di un complesso che include una palazzina per i dipendenti (ormai una quarantina) e gli uffici, viene assemblato il primo motore a vapore. Nello stesso anno Adam sposa Sophie, che oltre a occuparsi delle faccende di casa tiene in ordine i conti dell’azienda, letteralmente galvanizzata da una presenza femminile così importante.

UN GIGANTE DELLE BICI - Gli affari procedono a gonfie vele. E quella del 1886 è un’annata da incorniciare: dai cancelli della fabbrica Opel escono 18.000 macchine da cucire, buona parte delle quali viene assemblata secondo le specifiche esigenze di clienti provenienti da tutta Europa. Il 1988 segna un altro grande passo: Opel, che quattro anni prima, in un viaggio a Parigi, aveva fatto la sorprendente scoperta del velocipede (all’epoca già diffusissimo nella Ville Lumière), si lancia nella produzione di biciclette. Nel 1890 ne vende 2.200 biciclette, un risultato eccezionale a cui contribuiscono, in quegli anni, le oltre 550 vittorie nelle corse ciclistiche messe a segno dai cinque figli di Adam e Sophie Opel. La strada, ormai, è spianata, e negli anni ’20 del Novecento Opel diventa il più grande costruttore di biciclette al mondo: nel 1923 ne produce una ogni sette secondi.

FINALMENTE AUTOMOBILI - Il 21 gennaio 1899, giusto qualche mese prima che l’avventura della Fiat cominci a muovere i primi passi a Torino, la Opel comincia a produrre automobili. Con la morte di Adam Opel, nel 1895, il timone dell’azienda nel frattempo è passato nelle mani dei figli, i cui nomi figurano a buon diritto nella ristretta lista dei pionieri del settore. Il primo modello uscito dalla catena di montaggio è la Patent-Motorwagen System Lutzmann, una vetturetta lunga poco più di due metri e spinta da un piccolo motore 1.5 a ciclo Otto con appena 3,5 CV. Gli anni passano veloci e nel 1906 è grande festa per la Opel numero 1.000. Trascorre appena un anno ed ecco un nuovo motivo di grande orgoglio: la casa di Rüsselsheim viene scelta come fornitrice ufficiale di autovetture della corte imperiale. È però soprattutto nell’impegno per la democratizzazione dell’automobile che risiede la vera missione dell’azienda, che nel 1909 comincia a mettere in moto un’intera generazione di tedeschi con la 4/8 CV Doktorwagen. Si apre il sipario sulla Opel che conosciamo oggi e annovera, tra le sue pietre miliari, modelli come la Kadett, la Ascona, la Corsa, la Astra, solo per citarne alcuni dei più famosi. Il futuro? Al 100% elettrico, sotto l’ala di Stellantis. Con l’obiettivo costante di rendere il progresso tecnologico e i suoi frutti realmente alla portata di tutti.

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